... una normale famiglia incasinata ...

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2012 - 85° Adunata Alpini


Il fine settimana dall'11 al 13 maggio Bolzano ha accolto la 62esima adunata degli alpini.
Evento, a livello politico, molto sollecitato e sostenuto da una parte e contestato e osteggiato dall'altra. Comunque, tra delibere quasi quotidiane del sindaco negli ultimi giorni, polemiche e allarmismi generali si è arrivati alle fatidiche tre giornate.
Papà, appena ufficializzate le date, avrebbe programmato la “fuga da Bolzano” verso un week end lungo (venerdì erano chiuse le scuole e anche al lavoro si poteva prendere ferie) in quel di Falcade. Mamma con mille paranoie sulla sicurezza di casa, “...che se c'è tanta gente in giro è un attimo che un malintenzionato salti sul balcone del nostro appartamento del primo piano e completi l'opera di furto che ci ha lasciati “sguarniti” di qualsiasi oggetto di valore interessante da rubare l'ultima volta.... “ma anche piuttosto curiosa di un evento simile, invece, decide e impone alla famiglia la permanenza a casa.
Così, dopo il primo assaggio di venerdì mattina, con i 5 cugini che all'andata della nostra passeggiata contavano gli alpini che vedevano, contando doppio quelli sul bus, “...perchè sono qui vicini, ci hanno anche parlato allora è come averne visti due, quattro, sei,....uh quanti!” venerdì pomeriggio si comincia l'avventura nel mondo dell'esercito italiano con visita alla cittadella dell'alpino. Già raggiungere il Talvera è un'immersione in questa festa: Bolzano è tutta adorna di tricolori di ogni forma, le penne nere, e qualcuna anche bianca già girano per la città salutando cortesi quanti incrociano per strada. Uomini con il tipico cappello passeggiano tra loro o con signore accanto che con la piantina di Bolzano schiacciata sul naso cercano la strada per raggiungere il centro o viceversa tornano verso le zone di attendamento, che praticamente sono ovunque ci sia un pezzetto di verde pubblico. Come funghi sono spuntate in questi ultimi giorni tende, camper, gazebi, cucine da campo, indicazioni dell'ANA per parcheggi e zone di ammassamento per le diverse delegazioni italiane e non solo.
E fa specie tutto questo movimento, tutte queste persone in giro, perchè a differenza del solito in cui situazioni così le trovi in centro, ora trovi persone a passeggio anche per viale Europa, sulla via Druso,...ed è bello, cogli brandelli di discorsi in dialetti incomprensibili, cogli sguardi stupiti entusiasti di ciò che la nostra città offre, i bolzanini da parte loro ligi alle direttive impartite dal comune e comunque anche orgogliosi di dimostrare che siamo una città in grado di accogliere calorosamente altri italiani, scelgono di lasciare la macchina a casa per impossessarsi delle loro strade e godere del silenzio e la tranquillità di girare in bicicletta o a piedi su vie generalmente supertrafficate. Così raggiungiamo anche noi in bici il Talvera, dove mamma comincia a quantificare questo tormentone di papà:”Ci sono tende dappertutto”, ed è vero, è come attraversare da parte a parte un campeggio, ma solo per tende e camper, sembra di essere al mare! Lungo l'Isarco, dietro al campo Druso, a detta del papà “i più fortunati”, che hanno ricevuto quella zona per piantare il proprio campo, giocano sull'argine del fiume con bambini e cani, qualcuno infila anche i piedi o si da una lavatina, anche perchè per fortuna le temperature sono alte.
Negli accampamenti c'è chi cucina, chi gioca a carte, chi intona qualche canzone, noi passando si “spia” un po' in queste “case di altri” con un po' di invidia per i camper...Nicola ormai è meglio di “Quattroruote”, sa dimensioni, marca, modello e si sta attrezzando anche per il prezzo dei camper presenti. Sotto ponte Talvera e a destra e sinistra dello stesso si estendono costruzioni realizzare ed impiantate per mostrare cosa sia la vita militare, c'è un elicottero su cui si può salire nella cabina di comando, c'è la tenda che accoglie le attrezzature radar, GPS, computer, radiotrasmittenti,....tecnologie troppo all'avanguardia per mamma e papà che pretendono dal loro cellulare solo che telefoni! Ci sono foto e sottofondo musicale di vita militare, c'è il ponte tibetano che catalizza l'attenzione dei “due bambini più grandi” e che occupa le successive due ore di attesa (in fila) per poterlo attraversare in 2 minuti primi e una manciata di secondi, c'è la parete di roccia dove mamma ambirebbe ad arrampicarsi, ma l'età media degli scalatori è di 10 anni. C'è la pista da sci (in erba sintetica) dove nuovamente i bimbi sperimentano la fatica del fondo, poi sparano con un fucile laser e collezionano dei gran centri! C'è la postazione per l'emergenza e tanta tanta gente!
Mamma, che anche con gli alpini non rinuncia alla tappa negozi, prosegue per via Museo e i portici con Fabio al seguito, le strade sono piene di alpini, tutti chiacchierano, passeggiano, se la ridono, Fabio che al ritorno prosegue lamentoso trova una lattina vuota e inizia una partita dove inizialmente la mamma è l'avversaria da “smarcare” e che lo porta nel proseguo della partita a “rivaleggiare” con nonni alpini ancora atletici, con qualcheduno un po' meno in gamba ma comunque ancora disponibile ad una rimessa laterale per un piccolo bomber con lattina di birra come pallone. E così percorriamo piazza Erbe, via Leonardo da Vinci, via Cassa di risparmio in un lampo e raggiungiamo il resto della famiglia di cui vediamo e fotografiamo l'esibizione da veri alpini sul ponte tibetano di cui sopra. E' l'imbrunire, i profumi che giungono dagli accampamenti e dai grandi punti di ristorazione installati un po' ovunque fanno venire l'acquolina in bocca, ma i piccoli della famiglia già gratificati dalle esperienze fatte chiedono di andare a casa a cena e in quattro e quattr'otto si addormentano soddisfatti del rancio di papà!

Sabato mattina, si esce! Che è lo slogan più gettonato dei tre giorni! Mamma la maggior sostenitrice del motto: “Fuori fuori che fa bene!” Immancabile bicicletta per tutti, anche perchè con oggi alle 9,00 non ci si può più muovere in macchina. Dobbiamo raggiungere lo stadio Druso, prima tappa la facciamo in piazza Matteotti dove c'è un banchetto con i gadget ufficiali dell'adunata, Alessio “il vergognoso” della compagnia (di solito ma non oggi) decide di concedersi, come i nonni per cui le compriamo, la maglietta ricordo dell'adunata. In piazza appena acquistata si infila una bella T-shirt verde militare al posto della sua! Poi ci aggreghiamo a zia Irene e cugini per occupare, un po ' fuori dalle norme sulla sicurezza, i primi scalini degli spalti del campo dello stadio, gremito manco fosse una finale di calcio del “Sudtirol”. Mi fa notare Ale che nemmeno alle finali più combattute la squadra di casa riesce a tirare su tanto pubblico. Così arriva un elicottero che carica i paracadutisti e al centro del prato alcuni addetti accendono il fumogeno giallo che indica dove devono atterrare...tutti con il naso all'insù attendiamo questi super-esperti paracadutisti che scendono con le diverse bandiere e “planano” sull'erba a pochi metri dal fumogeno, in piedi tra uno scroscio di applausi....ed è così... si fanno le cose insieme, ci si emoziona per la bandiera italiana, per quella di Bolzano, per l'aria che sposta nell'alzarsi il grande elicottero, per il vuoto allo stomaco che si sente quando vedi spuntare il primo alpino dal cielo o forse per questo boato all'unisono prodotto da tante persone insieme! O chi lo sa per il fatto di vivere questa novità così lontana dalla misurata tranquillità di questa città ed accorgersi che basterebbe poco per svegliarsi dal torpore che spesso intrappola e concedersi qualche sentimento un po' più forte!
Anche il giro in bici del pomeriggio ci consente di vedere situazioni sconosciute per Bolzano, parco Europa occupato, container con lavandini e docce, WC chimici a cinta del parco, ancora persone che se la chiacchierano, che cantano giocano, qualcuno che comincia a smaltire i primi eccessi di alcool con un po'di attività fisica, gli ultimi arrivati che picchettano, allestiscono, riordinano. Nell'accampamento al Firmian c'è, davanti ad un camper con veranda installata, il tavolo da campeggio abbellito da un vaso di ciclamini, nella tenda davanti alla scuola di Nicola aperta per prendere aria si intravedono le 4 brandine con il necessario per la notte tutto ben piegato, ci sono compagnie di ragazzi con musica a palla, cori che provano qualche canzone per la sera, musicisti che preparano gli strumenti, coppie giovani con bambini al seguito, alpine agli ultimi mesi di gravidanza, figlie/figli, mogli e nipoti con anziani alpini,...e guardando bene, ma con tutta la figliolanza al seguito non è così facile anche alpini con cui “rifarsi l'occhietto”!

La nonna Carla ha deciso per questo sabato sera di invitare tutti i nipoti a cena e a dormire da lei in modo che la mattina dopo, tutti si possa assistere alla sfilata dal balcone e mangiare in compagnia per festeggiare i compleanni dei dei “maggiolini”. Così mamma e papà possono concedersi un'uscita al sabato sera. La pioggia battente che li bagna appena fuori casa dei nonni non spaventa, anche perchè i moti degli alpini spopolano: “barcollo, ma non mollo” “Donne, vino e ….....non piega l'alpino...e per quanto non si trovi il cappello, probabilmente mangiato dalle tarme e nemmeno il fazzoletto del congedo spunti dai meandri della cantina, papà rimane pur sempre un alpino!
Così a piedi sotto i nostri ombrellini pieghevoli raggiungiamo piazza Vittoria dove papà, che sta rischiando di svenire per la fame, si concede un panino con porchetta che gli consente di raggiungere il Talvera e unirsi al gruppo di ex alpini ma ancora attuali amici in libera uscita da mogli e figli.
La sottoscritta benchè donna decide di fregarsene dell'eventuale inopportunità e di aggregarsi per girarsene per il centro di Bolzano fino all'una di notte. Visitata nuovamente la cittadella, mangiato come si conviene stinco, salsiccia, crauti e co. con un buon (non che mamma se ne intenda tanto) quanto efficacie (per scaldare la serata) bicchiere di vino, ci aggiriamo per il centro. Assistiamo nella chiesa dei Domenicani all'esibizione di un coro, in giro: a diverse esibizioni di micro fanfare, gruppi di alpini con mucisisti aggregati auctoctoni, a sfilate di non meglio definibili mezzi a motore stracarichi di persone e di vino, la mamma passato l'effetto corroborante del vino e cominciato quello rinfrescante di un'aria post pioggia decide di comperarsi una bella felpa calda verde militare con tanto di bandiera italiana e di slogan...che sfoggerà per le prime tre giornate successive all'adunata anche in ufficio!
Insomma gente, allegria, battute, musica, compagnia, volendo possibilità di pasturare come direbbero in quel di Trento...centro storico piazze, vie, stradine invase...incontri con alpini sconosciuti e con conosciuti che non credevi fossero alpini rallegrano la serata!

La domenica mattina benchè si potesse dormire la mamma troppo galvanizzata dalla precedente serata sveglia papà praticamente all'alba e decide che non si dorme più, non si fa nemmeno colazione, che non c'è tempo! non si йᴂ….su,su...ci saranno altre occasioni e si esce! Il quartiere è già in attività, alle 9 del mattino la sfilata è già partita da un'ora e, fatto il blitz a recuperare due piante per le mamme che oggi è la loro festa, ci dirigiamo verso casa di nonna Carla. Anche nonno Carlo si è “schiodato” e tra bici e passeggiatina ha girovagato per gli accampamenti e ha assistito alla sfilata, mamma e papà si sono intrattenuti con i nonni un po' poi sono fuggiti a nonno che attaccava bottone con alpini della sua classe d'età momentaneamente fermi ed in attesa di riprendere la sfilata. Ha raccolto con questo sistema di public relation un gran numero di complimenti per l'accoglienza offerta agli alpini dai bolzanini, per la bellezza della città e per l'organizzazione.
Da nonna Carla e nonno Pino abbiamo rivalutato il balcone sulla via Milano sfruttato in precedenti occasioni per la sfilata di carnevale.
I bambini esclusa la mezz'ora per pranzare hanno passato praticamente la giornata in completa anarchia senza praticamente schiodarsi dalla cameretta dove hanno allestito il loro accampamento personale con coperte, mollette e cuscini come arredamento. L'odore quando si entra in camera richiederebbe l'uso della maschera a gas, ma si transige considerato che oltre a godersi lo spettacolo, perchè è davvero uno spettacolo quello che viene donato a Bolzano da questa adunata, gli adulti riescono a prendere il primo sole della stagione e a “rinsaldare” rapporti intergenerazionali tra suocere, nuore, cognate.
Le donne della famiglia infatti si ritrovano con uomini più interessati alla tv e “vergognosi” di qualche (..nel corso della giornata sempre meno qualche e sempre più ardita) battuta all'indirizzo dei bei soldati in sfilata sotto al balcone!
Nel primo pomeriggio eravamo quasi giunte alla decisione di munirci di palettine per dare i voti al ben di Dio che passava in strada, non essendone dotate abbiamo dovuto arrangiarci con il metodo più casalingo di identificazione della riga e della colonna dove ci fosse l'elemento degno di nota e valutare al volo!


Lo striscione più bello: siamo come siamo e va bene così!!!! Fa molto Vasco!

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